Nonostante la decisione di incrementare la produzione di petrolio di 1.000.000 b/g raggiunta dal cosiddetto gruppo OPEC + durante il di Vienna del 22/23 giugno, i prezzi del barile sono comunque aumentati. In particolare modo, il ha guadagnato all’incirca 7,5 $/b.
La qualità ha aperto le negoziazioni a 76,76 $/b e le ha chiuse a 77,75 $/b, mentre il le ha aperte a 65,75 $/b, chiudendo a 73,34 $/b (il massimo dal 2014). Sia il europeo e asiatico, sia quello americano hanno toccato il minimo mensile il 18 giugno, rispettivamente quotando 73,03 $/b e 64,15 $/b.
Con ogni probabilità, la produzione di petrolio crescerà di 700.000 b/g dal momento che membri come l’Iran, il Venezuela, la Libia – il cui , a maggio, è diminuito da 1.000.000 b/g a 750.000 b/g – e Nigeria non saranno in grado di incrementare le proprie estrazioni a causa di problemi riconducibili alle sanzioni , alla crisi economica e ai conflitti geopolitici.
In realtà, la produzione corrente è minore rispetto a quella stabilita a novembre 2016 quindi, l’aumento di 1.000.000 b/g dovrebbe approssimativamente riportarla al livello precedentemente fissato.
L’incremento di prezzo da parte delle due principali qualità di petrolio a livello globale è stato di differente intensità. Infatti, il è fortemente aumentato per le seguenti ragioni:
1.Il decrescente delle scorte commerciali USA . Nello specifico, quest’ultime sono diminuite da 436.584.000 di barili il 1° giugno a 416.636.000 di barili il 22 giugno.
, ha affermato Hong Sungki, presso la . ;
2.In Canada – a causa di un problema all’impianto Syncrude – il quale è collegato al di Cushing in Oklahoma, il principale punto di consegna del negli Stati Uniti d’America – l’offerta potrebbe calare di almeno 360.000 b/g fino al prossimo agosto.
Nei giorni precedenti la riunione dell’OPEC +, il Ministro del Petrolio iraniano, Bijan Namdar Zangeneh , ha sostenuto che il suo paese avrebbe rigettato qualsiasi accordo volto ad aumentare la produzione del gruppo. Dal momento che l’Iran non sarà in grado di accrescere le proprie estrazioni nei mesi a venire, probabilmente il suo scopo era quello di fare pressioni sugli altri membri dell’OPEC affinché quest’ultimi non incrementassero l’ oltre i limiti prestabiliti a novembre 2016, evitando così di conquistare quote di mercato iraniane. Ad ogni modo, da un punto di vista strettamente politico, l’Iran può fare affidamento solo sul sostegno della Federazione Russa – la cui produzione però, secondo , pare abbia già raggiunto gli 11.090.000 b/g durante la prima settimana di giugno, 143.000 b/g in più rispetto al tetto deciso alla fine del 2016 – mentre gli Stati Uniti d’America stanno esplicitamente premendo sull’Arabia Saudita allo scopo di innalzare le estrazioni di Riad di 2.000.000 b/g.
Con ogni probabilità, il Presidente USA, Donald Trump , il quale pare essere alquanto entusiasta nel volere risolvere una serie di dispute diplomatiche con l’omologo russo, Vladimir Putin, affronterà il tema sopracitato nel corso del bilaterale fissato per il prossimo 16 luglio a Helsinki.
Ultimi dati e stime sull’oil gas
Secondo i dati pubblicati dall’ il 13 giugno, l’offerta globale di petrolio è cresciuta di 276.000 b/g a maggio, per complessivi 98.700.000 b/g, di cui 31.690.000 b/g (+ 50.000 b/d) estratti dall’OPEC. Le scorte commerciali dei membri dell’OCSE sono diminuite di 3.100.000 di barili ad aprile, toccando 2.809.000.000 di barili, il minimo da tre anni a questa parte.
La domanda globale di petrolio è prevista in crescita di 1.400.000 b/g, sia nel 2018, sia nel 2019.
Grazie alle cifre del pubblicate il 18 giugno, la produzione non convenzionale americana è stimata in aumento di 141.000 b/g, per un totale di 7.339.000 b/g a luglio.
L’ di greggio USA, dopo il picco di 9.627.000 b/g ottenuto ad aprile 2015, è decresciuto al minimo di 8.428.000 b/g il 1° luglio 2016. Dopodiché, esso ha ripreso ad aumentare fino ai 10.900.000 b/g, toccati il 22 giugno 2018 (previsioni settimanali).
Conformemente ai dati forniti da il 2 giugno, le 1.047 trivelle attualmente attive negli Stati Uniti, di cui 858 (81,9%) sono petrolifere e 187 (17,9%) gasiere + 2 miste (0,2%), sono 12 in meno rispetto a quelle calcolate il 25 maggio, probabilmente perché la crescita della produzione di negli USA si arresterà nei prossimi 3-4 mesi a causa di problemi riconducibili alla capacità di trasporto della materia prima come ha avuto modo di affermare Scott Sheffield, CEO of . Inoltre, per quanto attiene i costi finanziari che dovranno sostenere i , è necessario considerare che la Federal Reserve, il 13 giugno, per la seconda volta dall’inizio del 2018, ha innalzato i saggi di interesse di 25 punti base, portandoli 1,75/2%.
Ad aprile 2018, le importazioni di greggio da parte degli Stati Uniti sono aumentate a 8.244.000 b/g. Quest’ultime erano 7.616.000 b/g a marzo, 7.493.000 b/g a febbraio e 8.012.000 b/g a gennaio. Attualmente, le media dei barili di greggio importati dagli USA nel 2018 ammonta a 7.841.000 b/g. Nel 2017, essa era pari a 7.912.000 b/g, leggermente in crescita rispetto ai 7.850.000 b/g nel 2016, a loro volta in aumento se confrontati con i 7.344.000 b/g importati nel 2014 e i 7.363.000 b/d nel 2015.
Geopolitica del petrolio e del gas naturale
Quali sono le principali conseguenze geopolitiche dell’accordo OPEC + ?
In primo luogo, l’ Arabia Saudita e la Federazione Russa hanno raggiunto due obiettivi.
Da una parte, l’incremento della loro produzione e, di conseguenza, delle loro rendite.
Secondo il Ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, il Fondo Sociale Nazionale di Russia sarà rifinanziato con 2.2 trilioni di rubli (circa 35 miliardi di $) nel 2018. , ha affermato Siluanov. , ha aggiunto il ministro.
Dall’altra, il rafforzamento dell’alleanza tra i due principali esportatori di petrolio al mondo sulla scia dei nuovi rapporti di forza emersi dopo la guerra in Siria.
In secondo luogo, l’Iran pare trovarsi in una sorta di limbo.
Da un punto di vista teorico, il paese può estrarre in linea con gli accordi OPEC non-OPEC di novembre 2016. Tuttavia, a partire dall’8 maggio 2018, sono state riattivate le sanzioni statunitensi il cui effetto è stato che alcune compagnie europee – come la francese Total e l’anglo-olandese Royal Dutch Shell – hanno già interrotto l’acquisto di greggio iraniano.
In aggiunta, gli Stati Uniti hanno apertamente chiesto al Giappone di interrompere totalmente le importazioni di petrolio dall’Iran.
Nel contempo, Sunjay Sudhir, segretario aggiunto per la cooperazione internazionale presso il ministero indiano del petrolio, ha dichiarato a CNN Money che (il secondo acquirente di petrolio iraniano). Anche il Ministro dell’Economia della Turchia, Nihat Zeybekcila, ha affermato che il suo paese continuerà ad importare petrolio dall’Iran.
Come riportato nel nostro precedente mensile, tenuto conto che la Cina è il principale acquirente di petrolio iraniano, l’ denominato in yuan emesso dallo l’inverno trascorso potrebbe essere uno degli strumenti utilizzabili dall’Iran al fine di cercare di bypassare le sanzioni USA.
Spostandoci dal mercato mondiale del greggio ai mercati regionali del gas naturale, l’impressione è che la Federazione Russa stia consolidando la propria strategia anche in questo campo.
Infatti, nel 2017, Gazprom ha esportato in Europa (Unione europea + Turchia + Serbia + Macedonia del Nord) 192.2 Gmc di gas naturale (potere calorifico pari a 37,053 MJ/mc), il massimo da sempre.
In aggiunta, la compagnia russa di Stato sta tuttora rifornendo l’Europa con volumi di gas paragonabili con quelli propri del periodo invernale a causa dell’intenso sfruttamento di svariati siti di stoccaggio europei, le cui riserve sono al livello minimo da almeno un decennio a questa parte.
Il 22 aprile, Alexander Medvedev, di Gazprom , ha affermato nel corso di un’intervista tenutasi a Berlino che .
Più precisamente, secondo Maria Belova, capo della ricerca presso VYGON Consulting, (prezzo dato dalle media ponderata tra i contratti di lungo periodo e i prezzi spot)(la Germania non ha terminali per l’importazione di gas naturale liquefatto) ha concluso l’analista.
Perciò, Gazprom prevede che nel 2018 le proprie esportazioni in Europa supereranno per la prima volta i 200 Gmc di gas naturale. Di fatto, durante il primo trimestre dell’anno corrente, le forniture di gas sono aumentate del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2017 (entrate +22,6% equivalenti a 12.4 miliardi $), mentre ad aprile hanno toccato il di 15.9 Gmc (70 Gmc da gennaio a aprile 2018). Per quanto attiene la prima metà del 2018, le previsioni indicano un incremento del 5,8% per complessivi 101.2 Gmc, un per la compagnia russa.
Nel contempo, la Cina ha superato il Giappone come principale importatore globale di gas.
In base ai dati pubblicati dalla , dall’inizio del 2018, la Cina ha importato 34.9 milioni t di gas rispetto ai 34.5 milioni t del Giappone (fonte: ).
In conformità con le stime dell’, la Cina contribuirà per più di 1/3 della crescita della domanda di gas al 2023.
L’8 giugno, durante un incontro di lavoro tenutosi a Pechino tra Alexey Miller, CEO di Gazprom, e Wang Yilin, CEO di CNPC, le due parti hanno messo in risalto che il tratto del gasdotto Power of Siberia che congiunge il bacino di Chayandinskoye con il confine cinese è stato ultimato per 84,4% (oltre 1.820 km).
Oggigiorno, si può affermare che il Presidente russo, Vladimir Putin, fu un politico lungimirante quando, nel 2003, osservò che l’ oro blu avrebbe svolto il ruolo di ponte tra l’era delle fonti fossili e quella delle rinnovabili, affermando che .
Nel lontano maggio 1986, il prezzo del barile crollava sotto i 10 $/b a causa della strategia comune implementata da sauditi e americana ed avente il duplice obiettivo di cacciare i sovietici, sia dall’Afghanistan, sia dal Medioriente, oltre spingere l’URSS al collasso finanziario. A distanza di 32 anni, il Ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, Khalid Al-Falih, [all’OPEC][i russi], ha inoltre aggiunto. Il Ministro dell’Energia russo, Aleksandr Novak, ha confermato che , esiste e che Mosca .
In conclusione, non sarà probabilmente un caso se , il 22 giugno, ha pubblicato un articolo avente il seguente titolo: .
[Case Study] Sfrutta l’equilibrio segreto che trasforma Google Adwords in un fedele alleato
Inquesto articolo condividerò la mia esperienza di Google Adwords nella Rete di Ricerca . L’obiettivo sarà farti acquisire un metodo per capire cosa fare e soprattutto come ragionare per implementare una campagna Adwords davvero efficace.
Per prima cosa proverò a passarti i concetti importanti su Google Adwords attraverso un Case Study , uno dei tanti casi che potrei raccontarti.
Poi ti mostrerò anche il mio personale metodo , il metodo che utilizzo quando devo strutturare una campagna Google Adwords.
Per farti capire meglio, farò un confronto su come strutturavo la campagna Adwords prima e come deve essere fatta ora.
Questo articolo non è per chi vuole muovere i primi passi su Google AdWords, perché non spiegherò come attivare una campagna per la prima volta. Se sei qui ma vuoi capire come attivare un account ti rimando al supporto Adwords ufficiale di Google .
Questo articolo è per chi vuole capire come strutturare una campagna AdWords efficace per raggiungere l’aumento di fatturato, sfruttando in maniera strategica gliannunci sponsorizzati nei risultati di ricerca di Google.
Mi occupo di AdWords da almeno 10 anni e ho iniziato nel 2005 per progetti personali. Prima mi occupavo di SEO, poi pian piano quando ho fondato UpVision nel 2007 la mia attenzione si è spostata verso l’advertising ed il Pay per Click, verso quindi la pubblicità a pagamento, focalizzandomisempre sull’utilizzo di Google come strumento di promozione.
In tutti questi anni di utilizzo dello strumento pubblicitario, ho notato che AdWords si è trasformato tantissimo. È diventato sempre più complesso , nonostante noi addetti ai lavori abbiamo la sensazione che sia sempre più automatizzato, questo è vero in parte.
Pensiamo ad esempio alle auto: quelle più tecnologiche hanno addirittura il pilota automatico. Ma comunque, non possono essere abbandonate a se stesse, hanno sempre bisogno di un controllo, anzi, hanno bisogno di una pianificazione sempre più attenta.
Fino a 3-4 anni fa le campagne si concentravano sulla parola chiave . Non è che oggi non sia così maora le parole chiave sono passate sempre in secondo piano, perché vanno inquadrate in un contesto di ricerca , perché vanno accostate al comportamento dell’utente : qual è il suo modo di cercare? Quante volte e da quali device ha cercato? Quali siti ha visitato? Da quale località ha cercato?
Six researchers ingested the heads of Lego figures to measure the time it takes for them to pass unconscious. To be honest, I’m just pleased that science is now prepared to address the major issues.
The building blocks of the future
Lego is a brand of plastic building toys created by The Lego Group, a privately held business with headquarters in Billund, Denmark.
The company’s signature product, Lego, is made up of plastic interlocking bricks in a variety of colors that come with a variety of gears, minifigure figurines, and other pieces.
Buildings, vehicles, and functional robots can all be created using various combinations of Lego components. Anything built may be disassembled once more and the components utilised to create new things.
The interlocking toy bricks have been produced by the Lego Group since 1949. Under the brand, eight Legoland amusement parks as well as movies and gaming tournaments have been created. 600 billion Lego pieces has been created as of July 2015.
All for science!
Well, despite the fact that it may sound absurd, paediatric medical professionals did intentionally consume the little Lego heads for a research titled Everything is Awesome: Don’t Forget the Lego.
There must not be a chance that you will forget it while you wait for it to return in the toilet bowl, right?
The extremely severe and crucial study used two scoring systems: Finding and Retrieved Time (FART) and Stool Hardness and Transit (SHAT), all of which are acronyms for the same thing.
They were referred to as that, in full honesty. The SHAT score was actually divided into two parts: the pre-SHAT score, which recorded the researchers’ regular bowel movements, and the post-SHAT score, which was recorded after the Lego head was ingested. Afterwards, information was acquired by comparing the pre and post SHAT results.
The FART score, on the other hand, was a little more depressing – if you can imagine – and required the participants to search through their feces for a tiny yellow head in the days after ingestion.
The study did have a serious goal, despite the fact that it may have seemed like a joke at first and was probably difficult for the researchers to explain to their loved ones.
Children love to eat things that aren’t meant to be eaten, as any parent of a young child can confirm, often with very severe consequences.
Ingesting Lego by mistake or on purpose normally has no negative effects, but in order to ease parents’ concerns, our brave researchers set out to determine how long it takes for a Lego head to pass through a human digestive system.
What then did our brave scientists learn?
The study’s FART score averaged 1.71 days, which means that the Lego head frequently emerged from the body in less than two days.
The scientists concluded their study by writing: “A toy object swiftly passes through adult individuals without difficulties. The authors argue that no parent should be required to search through their child’s feces to confirm object retrieval. This will reassure parents
As regions of Africa are physically ripping apart and a new ocean is emerging between them, fresh photos have revealed just how severe the damage is.
Kenya is really wonderful
Stunning images depict Africa separating as a new ocean begins to form.
Kenya is a nation in East Africa, formally known as the Republic of Kenya. According to the 2019 census, Kenya had a population of about 47.6 million, making it the seventh most populous country in Africa and the 27th most populous country in the world overall.
In recent years, two portions of land in Kenya have started to separate, and the two masses are now so far apart that a brand-new ocean will eventually pass through the gap.
The African nations of Zambia and Uganda may eventually have their own beaches if the divergence persists.
A new ocean known as the East African Rift will eventually pass across the rift, according to expert studies, millions of years from now.
Experts now understand the precise location where the break first appeared as the boundary of three tectonic plates that have been steadily drifting apart, according to the peer-reviewed journal Geophysical Research Letters.
The worldwide effort has found that the fracture, which initially appeared in the Ethiopian deserts in 2005, today extends 35 km.
It’s nature’s way
The University of Leeds’ Christopher Moore, a doctoral student pursuing a Ph.D., told NBC News that this is the only location on Earth where it is possible to research how a continental rift develops into an oceanic rift.
Moore used satellite radar technology to track volcanic activity in the East African region most frequently linked to the progressive disintegration of the continent.
The tectonic plate boundaries of the African, Arabian, and Somali plates are where the crack is located.
The Arabian plate has been progressively separating from Africa for the last 30 million years.
The Arabian plate is separating from Africa at a rate of roughly one inch per year, thus the distance is widening but not at a rate where you can detect it by looking at it.
However, it happens more slowly for the African and Somali plates, which are said to be dissolving at a pace of roughly half an inch to 0.2 inches per year.
The gap is predicted to continue to grow and eventually result in East Africa being a separate continent.
Professor emeritus of marine geophysics at the University of California, Ken Macdonald, explained: “You can measure movement rates with GPS down to a few millimeters each year.
“We can have a lot better understanding of what’s happening when we receive more and more measurements from GPS.
“The Red Sea and the Gulf of Aden will merge to form a new ocean as they pour across the Afar region and into the East African Rift Valley, separating that portion of East Africa into a new, tiny continent.
The world is really magnificent, and nature is the best work of art, isn’t it?
Without Ash and Pikachu to blast them away, we assume it wouldn’t make sense for Team Rocket to continue moving forward. But for devoted followers, Team Rocket’s Pokémon farewell makes the loss of an era much more palpable. Pokémon is wrapping up its three most recognizable villains in popular culture, Jessie, James, and Meowth, as it gears up for the last episodes featuring Ash as the main character. And to make matters worse, Team Rocket appears to have been permanently dissolved by the anime.
After So Long
Friends, Pokémon, and enemies come to say goodbye to Ash in Pokémon Ultimate Journeys: The Series. Team Rocket had to participate in the farewell, of course. After all, they have been attempting to capture Pikachu for 25 years. Team Rocket made one more attempt to grab Pikachu from Ash in what appeared to be their final episode, and they took many of their former Pokémon with them to the battle. Though some were quick to see that not everyone was included.
The Lovable Villains
Clearly, despite having 25 years of experience, they were unsuccessful. For what appeared to be the last time, Team Rocket had blasted off of Pokémon. Yet in a startling turn of events, the trio decides it’s time to split ways. We weren’t expecting them to pursue Pikachu until the sun went down, but maybe we were at one point. It’s definitely sad to think that Team Rocket has split apart. And ideally they reconnect in the show’s final few episodes, even if it’s just in a quick montage.
There is little doubt that Pokémon is being brutally honest with its devotees. The show is aware that the conclusion must be significant, which includes all of the emotions. But, Team Rocket’s retirement raises concerns about the future as well. The three main villains might have been a wonderful bridge between chapters of Pokémon. Yet, it appears that a whole new threat will be faced by Liko and Roy. In addition, whoever the next Pokémon villain is is going to have a lot of work ahead of them if they want to live up to Team Rocket. Let’s hope the future of the Pokémon anime shines bright just as it has always been,