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Sun Pharma, società farmaceutica multinazionale con sede a Mumbai, in India, ha avviato un richiamo volontario di lotti multipli di “BUPROPIONE” cloridrato prolungato compresse USP (SR), 200mg, flacone da 60, dal mercato statunitense usato per trattare la depressione evitando così il sequestro dal mercato statunitense. Questa decisione è stata presa, in seguito a nuove scoperte effettuate con prove cliniche che mostrano una mancanza di efficacia e rimettono in discussione il profilo rischio-beneficio del prodotto. Secondo un comunicato diffuso dal USFDA, l’agenzia statunitense che regola alimenti, bevande ed integratori alimentari per il consumo animale ed umano, nessun trattamento deve essere iniziato a nuovi pazienti dopo che la ditta produttrice ha comunicato alcuni risultati fuori specifica per i parametri di dissoluzione e disgregazione. Si tratta di un farmaco antidepressivo atipico appartenente alla famiglia dei catinoni sostituti o sintetici (β-chetoamfetamine) e delle amfetamine sostitute. Il farmaco esercita una leggera attività psicostimolante. Si ritiene che bupropione eserciti a sua azione farmacologica inibendo la ricaptazione della dopamina e della noradrenalina. Il farmaco si lega selettivamente al trasportatore della dopamina (DAT), ma i suoi effetti sono stati spesso attribuiti al reuptake della noradrenalina.Agisce anche come antagonista dei recettori dell’acetilcolina di tipo nicotinico.Questa sua azione viene sfruttata come sostegno nella cessazione all’abitudine al fumo di sigaretta, poiché il farmaco diminuisce il craving ed il piacere indotto dalla nicotina (che invece è un agonista dei recettori colinergici). Il bupropione appartiene alla classe degli aminochetoni e la sua struttura è simile agli stimolanti catinone, dietilpropione e alle fenetilamine in generale. In Italia il farmaco è commercializzato come aiuto alla cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta dalla società farmacologica GlaxoSmithKline con il nome commerciale di Zyban, nella forma farmaceutica di compresse da 150 mg. La medesima società con la controllata Glaxo Allen commercializza la molecola come antidepressivo, in compresse a rilascio modificato da 150 mg e 300 mg, con il nome di Wellbutrin ed Elontril. Il bupropione abbassa la soglia convulsiva, e questa sua azione facilitante nel causare crisi epilettiche è stata ampiamente pubblicizzata. Tuttavia, alla dose raccomandata, il rischio di convulsioni è paragonabile a quello osservato per altri antidepressivi. Alla luce di tale comunicazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rivolge un invito al Ministero della Salute affinché avvii tutte le iniziative opportune per monitorare la consistenza del richiamo anche in Italia ed eventualmente prendere le misure idonee sulla falsariga di quanto sta facendo la USFDA in America.
/ Novità / FUORI TEMA – La moto è un antidepressivo naturale?
Quante volte, quando siamo stressati o infelici o semplicemente fuori fase, prendiamo la nostra amata motocicletta? Ce ne andiamo a fare due colli e riacquistiamo il sorriso, torniamo a casa più sereni e pronti ad affrontare le difficoltà che, soprattutto di questi tempi, la vita ci presenta. La motocicletta si può perciò definire una sorta di antidepressivo naturale? Secondo la maggior parte dei motociclisti che ho intervistato sicuramente sì. Le due ruote sembrano essere un ottimo antidoto allo stress ed alle difficoltà; soprattutto un rimedio senza effetti collaterali conosciuti, salvo forse quelli ortopedici quando oltre alla serenità cerchiamo anche l’adrenalina. Tuttavia è abbastanza ovvio che i motociclisti la pensino così, perciò, come ogni bravo giornalista deve fare, mi sono messo alla ricerca di conferme ed ho scovato una indagine inglese abbastanza recente che sostanzia questa ipotesi e dimostra che i motociclisti hanno un approccio alla vita più positivo.
L’indagine inglese – In Gran Bretagna ogni anno viene svolto l’Annual Population Survey (APS), un questionario diffuso a gran parte della popolazione utile a valutare la qualità della vita. Nel 2014, fra le tante domande concentrate principalmente sulla soddisfazione personale poste agli oltre 60.000 intervistati, sono stati evidenziati anche i pareri dei motociclisti, che si sono rivelati i più soddisfatti della propria vita e i più rilassati, soprattutto quelli che usano le due ruote per andare al lavoro tutti i giorni. L’elemento che distingue il motociclista dagli altri pendolari è senza dubbio il fattore “passione”: iniziare la giornata su due ruote, anche se nel traffico della città, aiuta ad essere meno stressati durante l’orario di lavoro. Stesso discorso per il ritorno: dopo una dura giornata stare imbottigliati nel traffico con l’auto o incastrati in metro è decisamente più stressante dell’affrontare la stessa strada in sella.
L’indagine inglese
Il parere del medico – Per una ulteriore verifica ho anche consultato una psicologa clinica e le ho posto il quesito del titolo. “Come tutte le passioni – ha evidenziato la Dott.ssa Roberta Giangrande – anche quella per le due ruote permette di sentirsi protagonisti attivi della propria vita, di provare piacere per quello che si sta facendo; inoltre espone le persone agli effetti benevoli degli stimoli esterni positivi, come i paesaggi naturali, e permette di socializzare e di non cadere vittime della solitudine. Per questi motivi questa passione non può che migliore in generale la qualità della vita personale permettendo di abbassare notevolmente il rischio di stati depressivi esogeni.” Fin qui tutto bene, ma molti motociclisti (io sono uno di quelli) sono dei fanatici che non riescono a stare lontani dalla moto. “Se subentra una forma così compulsiva – ha concluso la Dott.ssa Giangrande – per cui non si può più fare a meno di utilizzare il mezzo, anzi è il mezzo che utilizza noi, allora si può ribaltare seriamente la situazione; a quel punto l’impossibilità di usare il mezzo può diventare un trampolino verso la depressione.”